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Tirannide

Tirannide

Concordo con l’analisi che Alberto Capece ha dedicato al servilismo dell’Unione Europea e al conseguente declino coloniale dell’Europa. Pubblico qui sotto il suo articolo (fonte: https://ilsimplicissimus2.com/2024/12/07/i-trenta-tiranni/, il Simplicissimus, 7.12.2024).

Dopo l’articolo ho inserito le schermate di alcune notizie dedicate:
-all’annullamento delle elezioni in Romania, vale a dire a un colpo di stato attuato con dei pretesti semplicemente ridicoli (TikTok!); assai più fondato sarebbe sostenere che tutte le elezioni svoltesi in Italia dal 1948 in poi sarebbero da annullare poiché influenzate e distorte alla radice dalla propaganda, dai finanziamenti, dalle minacce degli Stati Uniti d’America…
-alla grazia concessa da Biden a suo figlio, accusato di gravi crimini. Un antico (e moderno) autocrate orientale non avrebbe potuto fare di meglio. La più grande democrazia del mondo? Ma no! Gli Stati Uniti d’America sono la più grande satrapia del mondo;
-alle conferme del genocidio in atto a Gaza contro gli umani palestinesi, molti ancora bambini, da parte di Israele;
-al terrorismo statunitense, che sostiene i nazisti ucraini e i tagliagole dell’ISIS in Siria, quei terroristi che in realtà sono stati creati sin dall’inizio dalla CIA e da Israele (l’ISIS non ha infatti mai toccato israeliani e statunitensi ma sempre altri musulmani).
L’Europa affonda in questo fango. I suoi cittadini affondano nelle paludi di un’informazione completamente fasulla e schierata a fianco del terrore.

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I Trenta tiranni

Ciò che sta accadendo in Romania dove la Corte Costituzionale ha annullato  i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali perché ha vinto il candidato “sbagliato” denuncia lo stato di tirannia che regna nel continente che si vanta della propria democrazia. Si tratta chiaramente di un golpe che ha come pretesto non meglio specificate influenze russe sulle elezioni, un tema trito e ritrito completamente inventato dalla banda Obama in Usa per mettere i bastoni fra le ruote a Trump e ribadito nelle più improbabili e ridicole situazioni dai massini idioti del potere globalista. Lo si dice anche della Georgia  dove è in atto un tentativo di rivoluzione colorata, quando nel Paese abitato da meno di 4 milioni di abitanti dove esistono 23 mila Ong, una ogni 180 abitanti tutte collegate agli Usa, all’Europa o appartenenti alla galassia sorosiana, ma nessuna collegata alla Russia.

Ecco perché il titolo dei Trenta tiranni, reminiscenza della storia greca, si adatta benissimo all’Ue. Sì, magari i tiranni sono 27, più la von der Leyen ma fanno ugualmente riferimento all’oligarchia e a un potere che non è più di Sparta, ma risiede in Usa o meglio nelle pieghe della sua governance reale. Tuttavia la farsa della democrazia occidentale si sta sgretolando di fronte a coloro che hanno ancora occhi per vedere e neuroni per capire. La grazia concessa da Biden al figlio, uno dei più odiosi atti di nepotismo che si siano visti dopo l’epoca dei Borgia, il disperato tentativo di sottrarre risorse militari russe al fronte ucraino con la guerra terrorista in Siria, spacciata come guerra civile agli idioti in grado di volere, ma non di intendere. E poi  l’appoggio incondizionato alla strage di Gaza e al leader fascista di Tel Aviv, le censure come modus operandi nel campo della comunicazione e della vita accademica, il sostegno al leader sudcoreano pro-Occidente che dichiara poteri da stato di polizia per evitare di essere perseguito per corruzione, l’impoverimento delle popolazioni per sostenere queste infinite guerre ( si parla di altri 500 miliardi per sostenere il regime para nazista di Kiev peraltro già in agonia) e il tentativo di attuare un nuovo e gigantesco trasferimento di risorse dai poveri ai ricchi attraverso un armamentario apparentemente virtuoso, ma profondamente immorale per le sue menzogne di base che va dalla sanità al clima.

Quante altre prove sono necessarie per dimostrare che le democrazie occidentali sono diventate oligarchie guidate da politicanti burattini che si considerano al di sopra della legge e non provano altro che disprezzo per la rappresentanza degli interessi dei cittadini comuni? L’intera Unione Europea è stata catturata, anzi creata dalle élite atlantiste che hanno imposto politiche che servono interessi occidentali egemonici e non gli interessi dei cittadini. Il tutto garantito da una moneta come l’euro che a causa dei suoi vincoli non consente politiche sociali e si basa su un unico presupposto, ovvero che non esistono alternative. Questa è una definizione di tradimento. Quantomeno tradimento della volontà popolare che dovrebbe essere la base della democrazia: secondo l’ultimo rapporto Censis, appena uscito, il 71,4% degli italiani pensa che l’Unione europea è destinata a sfasciarsi senza riforme radicali. Il 68,5% ritiene che le democrazie liberali non funzionino più. E il 66,3% attribuisce all’Occidente (Usa in testa) la colpa dei conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente. Non a caso, solo il 31,6% si dice d’accordo con il richiamo della Nato sull’aumento delle spese militari fino al 2% del Pil.

Probabilmente le stesse percentuali potrebbero essere riscontrate in ogni grande Paese del continente perché è sempre più evidente che personaggi come Macron,  Scholz, von der Leyen, Rutte  sono i burattini comprati e pagati per incarnare la tirannia atlantista. Imbevuti di elitarismo come diretta espressione del loro stesso narcisismo e di una russofobia radicata, sedotti dalla corruzione o costretti dal ricatto dei servizi di Oltre Atlantico, tutti costoro sono stati ingaggiati per tradire gli interessi dei cittadini europei e rendere la vita delle masse incredibilmente dura. Sono arrivati al punto di eleggere una tale Kaja Kallas a ministro degli esteri della Ue: essendo ex premier dell’Estonia un Paese che conta 1,5 milioni di abitanti, un terzo dell’area metropolitana di Roma o di Milano, praticamente è del tutto slegata da visioni di largo raggio, è disponibile a qualsiasi avventura e ligia agli ordini di scuderia. Infatti il suo primo delirante atto è stato quello di minacciare dazi  più elevati alla Cina a causa di inconsistenti accuse di sostegno alla Russia. Invece avrebbe dovuto visitare il più grande partner commerciale dell’Ue, la Cina appunto, per riparare le relazioni messe sempre più a rischio, ma ci si serve di questi baltici, la cui popolazione si è dimezzata negli ultimi vent’anni, come teste di turco.

Tutto questo viene man mano smascherato e la risposta è la messa in mora della sedicente democrazia, attraverso operazioni che non hanno nulla da invidiare ai fascismi della prima metà del secolo scorso. Tuttavia questa costruzione fatta di inganni e politicamente vacua, si sta sgretolando e non basterà lo stucco della retorica mediatica per tenerla in piedi.

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15 commenti

  • agbiuso

    Luglio 12, 2025

    Segnalo uno dei più recenti e più realistici articoli di Alberto Capece:

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    Morti buoni e morti cattivi
    il Simplicissimus, 12.7.2025

    Trump sembra cinico, confuso e affetto da parafrenia senile, ma è una personcina di buon cuore che ci tiene tanto alla vita delle persone. E così l’altro giorno ha detto, con quella sua faccia da chirurgia plastica molto costosa, che è scontento di Putin perché “sta uccidendo un sacco di gente, i suoi soldati e i loro soldati”. Lasciamo stare il fatto che i russi hanno un numero di perdite enormemente inferiore a quelle degli ucraini, lasciamo stare che sono stati proprio gli Usa e proprio lui, The Donald in persona, durante la sua prima presidenza ad armare Kiev e a fare dell’Ucraina un Paese donatore di sangue per gli interessi degli Stati Uniti. Ma se è così accorato perché conserva un religioso silenzio di fronte a Netanyahu e alla strage di Gaza, che ufficialmente conta 71 mila morti, ma che nella realtà è un numero da moltiplicare almeno per 4. Quando il premier israeliano ha detto di voler sloggiare i palestinesi da Gaza, ovvero dalla loro terra e di voler chiudere in una gabbia chi non volesse andarsene, il pio Donald non ha profferito parola ed è rimasto immobile come un ramarro che vuole mangiarsi il mondo.

    Tuttavia non rimane in silenzio, quando si tratta di coprire la strage, anzi agisce rapidamente: ha sanzionato Francesca Albanese, la relatrice speciale delle Nazioni Unite per la vicenda di Gaza, che non si è fatta intimidire e ha denunciato tutti i crimini di guerra commessi sia a Gaza che in Cisgiordania, additando anche i responsabili e i complici dietro le quinte: gli alti funzionari della Ue, le famose Ong umanitarie che hanno aiutato il governo di Tel Aviv, la miriade di multinazionali americane quali Microsoft, Amazon, Palantir, Google, BlackRock, per citarne solo qualcuna, che hanno dato una vigorosa mano al genocidio, o anche gli ex premier britannici David Cameron e Rishi Sunak che minacciarono di ritirare i fondi destinati alla Corte penale internazionale se questa avesse emesso mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della difesa Yoav Gallant.

    Di che cosa è colpevole davvero Francesca Albanese? Di un peccato mortale: quello di aver svelato l’intima connessione tra potere reale e quello politico, di aver sbugiardato il falso umanitarismo globalista e la sua totale ipocrisia. Di essere in definitiva testimone del vuoto di pensiero e di morale di un mondo che tenta di confondere le acque con il suo “politicamente corretto”, con la sua falsa filantropia da ricchi e pure con il suo bizzarro concetto di inclusione individuale che di fatto diventa esclusione selettiva. Con poche parole smaschera l’oligarchia al potere e le sue macchinazioni. Anzi Albanese appare a costoro una sorta di traditrice perché, per arrivare alla posizione che ricopre, è passata per le scuole inglesi e americane che sono il filtro ideologico per selezionare il “personale” che si occupa delle questioni cosiddette internazionali e che sono in realtà semplice burocrazia del dominio.

    Quindi non c’è da meravigliarsi se ci sono morti sacrosanti per il potere ovvero i palestinesi e morti invece di cui rammaricarsi come quelli ucraini. Da interi decenni si va avanti in questo gioco al massacro che coinvolge milioni di vite e che sta decretando la morte cerebrale di chi vive nei Paesi dell’Occidente complessivo, la loro cattività dentro una bolla di ipocrisia così densa che non permette la comprensione dei problemi nella loro complessità e dunque nemmeno la partecipazione reale alla loro possibile soluzione. Prova ne siano coloro che vogliono continuare nella strage di ucraini e che magari, ogni tanto, quando viene comodo, per carità, sventolano la bandieruccia palestinese. Possibile che non capiscano che si tratta del medesimo problema e dello stesso disegno? Evidentemente no, sono parte del sistema del nulla etico che è appunto la premessa del neoliberismo, dove le regole sono soltanto in relazione al denaro.

  • agbiuso

    Giugno 14, 2025

    La storia del XXI secolo conferma la dinamica che da sempre guida le vicende politiche e i rapporti tra gli stati: il criterio primo e ultimo è la forza, semplicemente. Chi non se ne rende conto diventa complice del più forte (pro tempore).
    Eccone una prova, tratta dai probabili pensieri dell’Iran.

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    Fonte: https://t.me/PinoCabrasPino/5194

    Salve, sono un piccolo/medio/grande attore locale, o una potenza regionale che per un motivo o per l’altro non ha ottimi rapporti con l’Occidente (loro dicono perché maltratto le donne, le minoranze, la comunità LGBTQIA+ e la cosa molto spesso è vera, ma a me continua a sembrare più probabile che il motivo sia che a casa mia c’è il litio, il lantanio, il petrolio, l’uranio eccetera, e che a casa loro economicamente le cose non vanno benissimo), e questo è quanto ho imparato dagli ultimi eventi (avrei potuto impararlo anche dalla questione ucraina, ma ero distratto).

    1) La mia unica garanzia di sopravvivenza politica è l’arma atomica. Ovviamente svilupparla, produrla, schierarla e saperla utilizzare è una cosa difficilissima e costosissima, che non è alla portata di tutti. Dovrò legarmi a qualcuno che ce l’ha ed è disposto ad aiutarmi a svilupparla, se non addirittura a condividerla (difficile) o al limite a farmi ‘ospitare’ sue testate nucleari sul mio territorio, oppure sviluppare l’atomica cosiddetta “sporca”. Certo non ha lo stesso effetto, ma è meglio di niente. Anche le armi chimiche e biologiche, alla peggio, potrebbero essere un’idea. Alla peggio.

    2) Negoziare con l’Occidente è inutile, serve solo a fargli guadagnare tempo per organizzarsi meglio, armare meglio i suoi proxy e piazzare i suoi uomini nelle mie istituzioni per minarmi dall’interno (questa non è una mia deduzione, è stato tranquillamente ammesso dalle stesse persone che negoziavano e firmavano gli accordi). Allo stesso modo devo evitare qualsiasi rapporto con agenzie tecnicamente neutrali (OSCE, AIEA eccetera) che non sono state costituite allo scopo di danneggiarmi ma hanno al loro interno persone che lo fanno, utilizzando le ispezioni e gli scambi concordati di informazioni per fornire dati ai miei avversari. Sempre allo stesso modo devo uscire immediatamente dai trattati che limitano in qualsiasi modo le mie capacità di difesa, tipo il Trattato di Ottawa sulle mine antiuomo (tanto non lo rispetta nessuno) o, per tornare al punto 1, il Trattato di non proliferazione nucleare. O la convenzione sulle armi chimiche.

    3) Dal punto di vista della rappresentazione mediatica, in caso di conflitto più o meno aperto i media mondiali saranno inondati di dettagliatissime foto satellitari delle mie installazioni militari distrutte (allego foto del radar di Sobashi, in Iran, prima e dopo l’attacco israeliano. La foto del dopo è stata diffusa a pochissime ore di distanza), mentre per quanto riguarda l’Occidente o il suo proxy ci saranno solo foto di abitazioni o strutture civili (o presunte tali), in campo molto stretto. In questo modo l’opinione pubblica mondiale verrà convinta che io colpisco solo obiettivi civili (un po’ perché i miei armamenti sono arretrati e raffazzonati, quindi non precisi, e un po’, e forse soprattutto, perché sono cattivo) mentre il mio avversario colpisce solo obiettivi militari, con grande efficacia e precisione, senza fare nessuna vittima (dal satellite i morti non si vedono). Questo convincerà l’Occidente di essere nel giusto, e seminerà dubbi all’interno del mio paese.

    4) Organizzazioni liquide come BRICS, SCO eccetera non servono a niente. Oltre all’atomica la mia unica speranza di salvezza è una rete di alleanze militari come quelle che legano i paesi occidentali e gli alleati statunitensi nel Pacifico, che mi garantirebbe un minimo di sicurezza in maniera più pratica, più economica e più veloce che sviluppare l’atomica. Certo, rischierei di essere coinvolto in conflitti che non mi riguardano direttamente e/o di mettermi al servizio di interessi altrui, per quanto non occidentali, ma sempre meglio che essere bombardato o che mi si organizzi una rivoluzione colorata nel cortile di casa. Se l’Occidente ha una rete di alleanze militari, anche il non-Occidente deve averla per sperare di cavarsela, altrimenti da solo ogni paese, fosse l’Iran, la Russia o anche la Cina, rischia moltissimo.

    Benvenuti nel mondo nuovo. Non è molto diverso da quello vecchio.

  • agbiuso

    Febbraio 9, 2025

  • agbiuso

    Gennaio 26, 2025

    L’Unione Europea è un nulla politico al servizio del colonialismo degli Stati Uniti d’America.

  • agbiuso

    Gennaio 5, 2025

    Da: La sudditanza
    il Simplicissimus, 5.1.2025

    Non abbiamo il peso di poter contrattare con gli Usa e nemmeno con l’Iran, non abbiamo alcuna possibilità di disobbedire a Washington visto che chi lo ha fatto è finito dentro il bagagliaio di un Renault 4 o è sato ridotto all’esilio, sappiamo anche che se estradiamo Abedini, Cecilia Sala difficilmente tornerà casa. La nostra impotenza e incapacità politica, la nostra sudditanza così chiaramente esposta come una piaga, sarà il dramma che consumerà la fine di un’epoca.

  • agbiuso

    Gennaio 4, 2025

    Il titolo è pessimo ma il contenuto corrisponde pienamente a quanto accade.

  • agbiuso

    Gennaio 4, 2025

    Da: Fuga dal masochismo di Net Zero
    il Simplicissimus, 4.1.2024

    La diagnosi è senza scampo: le élite politiche europee sono sadiche con i propri cittadini, ma masochiste con i loro padroni. E tutto si confonde in un’orgia di dissoluzione sociale ed economica. La ministra degli esteri tedesca Annalena Baerbock, ben nota per la sua irriducibile vicinanza a Zelensky, va a Damasco per congratularsi con il “liberatore” Jolani, il nostro terrorista Nato e questi non le porge nemmeno la mano perché è donna. Un grande progresso rispetto ad Assad che invece era un assertore dei diritti delle donne. Ma tutti contenti di aver portato la civiltà in Siria. In Gran Bretagna si scopre che sia il governo conservatore che quello laburista hanno lasciato in pace bande di stupratori pakistani macchiatisi di centinaia di episodi di violenza per evitare di sporcare la favola bella dell’integrazione e dell’immigrazione selvaggia che è uno dei cardini del globalismo. E infine l’esultanza degli idioti di contorno mediatico perché Kiev ha chiuso gli ultimi rubinetti del gas russo, con conseguente e immediato aumento dei costi che si abbattono come una mannaia sui ceti popolari.

  • agbiuso

    Dicembre 23, 2024

    Le oligarchie liberali scelgono l’autoritarismo (con la complicità dell’intellighentia progressista)
    di Elena Basile, Il Fatto Quotidiano, 14.12.2024

    Le oligarchie liberali scelgono l’autoritarismo (con la complicità dell’intellighentia progressista) / di Elena Basile*
    I media occidentali hanno portato a termine con successo un’operazione di grande importanza politica. La maggioranza silenziosa, il ceto medio e le classi lavoratrici sono stati plasmati: l’Occidente libero e democratico è sotto attacco; le autocrazie come Cina e Russia, le teocrazie come l’Iran, il terrorismo, ci minacciano; e la guerra è l’unica risposta salvifica. Come afferma Ori Goldberg, nella storia i genocidi hanno avuto come motivazione essenziale l’autodifesa.
    L’impero Usa in declino, costretto alla militarizzazione del dollaro, muove le sue pedine negli scacchieri internazionali, indifferente al diritto internazionale. Con linguaggio orwelliano uccide la democrazia in nome di essa. L’esempio simbolico è stata la dichiarazione del presidente della Corea del Sud che ha promosso la legge marziale per difendere i propri cittadini dall’autocratica Corea del Nord. In Europa, mentre Blinken incita Zelensky ad abbassare la leva militare dai 25 ai 18 anni, la distruzione di un paese e di centinaia di migliaia di ragazzi è giustificata dalla necessaria difesa da Mosca. In Georgia e in Romania il risultato delle elezioni democratiche non è accettato. Vincono candidati che non vogliono svendere il loro Paese a interessi statunitensi ed europei.
    Si parla di brogli elettorali senza fornire prove. Le interferenze russe avverrebbero attraverso TikTok. Sappiamo bene che il soft power è monopolio occidentale. Le quattro agenzie di stampa internazionali che governano i media sono asservite ai poteri nostrani e specializzate, con modulazioni differenti, in un copia e incolla di veline dei servizi.
    È dunque col linguaggio della dittatura orwelliana globale, in grado di affermare l’opposto di quanto accade, che si denuncia TikTok e il soft power di Mosca. Se anche fosse provato che esistono finanziamenti russi per creare influencer nei social, essi rappresenterebbero un granello di sabbia nel deserto della disinformazione occidentale. In realtà, in Georgia come in Romania, i finanziamenti statunitensi ed europei a Ong, associazioni militanti e falsi istituti di ricerca sono molteplici. La registrazione in Georgia di Ong che avevano più del 20% di fondi stranieri, a imitazione di leggi esistenti in Occidente, è stata fortemente contestata dalla Commissione europea. Come è possibile che questa interpretazione al contrario del mondo attuale, non sia compresa dalla destra moderata e dal centrosinistra? La trasformazione antropologica alla quale assistiamo è dovuta al giudizio di carattere valoriale che si è riusciti a iniettare nel Dna delle classi dirigenti.
    Se si parte dal presupposto che l’avanzare dell’influenza europea ai confini russi apporti il bene democratico, se si parte dal presupposto che la nostra civiltà e forma di governo siano migliori di quelle degli altri, i miliziani progressisti saranno spinti a chiudere entrambi gli occhi sui mezzi adoperati per celebrare le vittorie del liberalismo. Potrebbe essere divertente notare che proprio coloro che accusano la Russia di essere legata alle “zone di influenza”, retaggio del passato, credono fermamente nel diritto Nato e Ue di estendere le proprie.
    In Siria le formazioni affiliate ad al Qaeda, denominate i ribelli (come i battaglioni Azov i cui membri sono divenuti su Repubblica i lettori di Kant) sono riesumate dalla Cia con la complicità turca in funzione anti-russa e anti-iraniana. Ci troviamo di fronte a una delle tante operazioni coperte della Cia che aggredisce lo Stato sovrano siriano con milizie jihadiste. La guerra civile non si congela per anni e riesplode da sola, in modo spontaneo, quando la Russia vince in Ucraina e l’Iran dimostra a Israele di poter colpire il suo territorio. La destabilizzazione di una società riesce soltanto se c’è un pilota con fondi e organizzazione. Queste non sono fantasie. Vi sono prove, a partire dalle confessioni della Clinton. Il criminale Putin utilizza TikTok, noi la Jihad.
    La Turchia, che è in grado di condurre una politica autonoma per il suo esclusivo interesse nazionale, collabora con la Russia come con gli Stati Uniti secondo tattiche guidate da obiettivi geopolitici. Minare la Siria ed estendere la propria influenza in versione anti-curda è una priorità di Ankara. Al netto della retorica pro Gaza, Erdogan, impedendo i rifornimenti iraniani a Hezbollah attraverso la Siria, favorisce Israele. La Russia dovrà forse negoziare con Ankara una soluzione di tipo bosniaco, assecondando le spinte centrifughe, pro Usa, Israele e Turchia, per salvaguardare una Siria vacillante ma ancora utile all’asse russo-iraniana. Dittature e democrazie sono attori intercambiabili nella politica internazionale. Le scelte etiche esistono solo nel film autistico nostrano e degli ignari manipolati cittadini. Le oligarchie liberali scelgono l’autoritarismo con la complicità dell’intellighentia progressista.

  • agbiuso

    Dicembre 22, 2024

    L’Europa come il Sudamerica: se i risultati di una elezione vanno contro gli interessi degli USA, intervengono dei colpi di stato ad annullarne gli esiti.

  • agbiuso

    Dicembre 21, 2024

    ROMANIA. L’AUTORITÀ FISCALE CONCLUDE CHE LA FAMOSA CAMPAGNA SU TIKTOK È STATA FINANZIATA DAL PNL, UN PARTITO EUROPEISTA
    Fonte: Giubbe Rosse

    L’ANAF (Agenzia Nazionale dell’Amministrazione Fiscale romena) ha scoperto che a pagare per la campagna che ha promosso Calin Georgescu su TikTok è stato il PNL (Partito Nazionale Liberale), un partito pro UE.
    Secondo quanto rivela il sito snoop.ro (https://snoop.ro/anaf-a-descoperit-ca-pnl-a-platit-o-campanie-care-l-a-promovat-masiv-pe-calin-georgescu-pe-tiktok/), la campagna #EchilibrușiVerticalitate (Equilibrio e verticalità) promossa su TikTok è stata pagata con i soldi del Partito Nazionale Liberale e si è avvalsa della consulenza dell’azienda Kensington Communication. La Kensington ha pagato 130 influencer cooptati sulla piattaforma FameUp con l’hashtag #echilibrusiseriozitate. Tuttavia, l’hashtag è stato cambiato nella piattaforma FameUp in #echilibrusiverticalitate senza il proprio coinvolgimento e senza richieste da parte del PNL, sostiene la Kensigton: “il modulo generato da Kensington Communication ha subito alcune modifiche, che non appartengono al nostro team e non siamo a conoscenza che siano stati richiesti dai rappresentanti del partito”.
    La stessa Kensington Communication ha realizzato, sempre per il PNL, l’hashtag “#prezidențiale2024”, che è comparso accanto a “Equilibrio e verticalità”. Esattamente con la stessa piattaforma, è stata realizzata la campagna TikTok per il libro dell’allora presidente del PNL, Nicolae Ciucă.

    Dunque, quale sarebbe stata l’ingerenza russa? Nessuna, tranne per il fatto che secondo il CSAT (Consiglio Supremo di Difesa), la campagna sarebbe “identica” alla campagna online lanciata dalla Russia prima dell’invasione dell’Ucraina.

    In sintesi. La Corte Costituzionale rumena ha annullato un’elezione per presunta ingerenza russa quando non c’è la minima prova di ingerenza russa. La campagna TikTok è stata promossa da un partito europeista, il PNL, il cui reale intento era presumibilmente quello di promuovere Georgescu per rubare voti al candidato di Alleanza per l’Unione dei Romeni, Nicolae Simion, e permettere al candidato del PNL, Nicolae Ciucă, di arrivare al 2º turno. La campagna è, però, sfuggita di mano perché gli utenti l’hanno via via modificata e hanno finito per dare la massima visibilità a Georgescu.
    In tutto questo, resterebbe poi da stabilire la cosa più importante: in quale misura una campagna TikTok promossa da appena 130 influencer, sebbene sfuggita di mano, abbia effettivamente pesato sulla crescita di consensi di Calin Georgescu, al punto da giustificare l’annullamento di un’elezione.

  • agbiuso

    Dicembre 21, 2024

    Da: Magdeburgo è solo l’inizio: la farsa della lotta al terrorismo
    il Simplicissimus, 21.12.2024

    «Il terrorismo è interamente un prodotto occidentale e se fosse un vino potrebbe vantarsi della denominazione di origine controllata»

  • agbiuso

    Dicembre 18, 2024

    Le radici della guerra
    il Simplicissimus, 18.12.2024

    Formazioni terroristiche in Siria, attentati terroristici a Mosca per ritardare la pace: è ormai mezzo secolo che gli Stati Uniti si servono di questo sistema per mantenere il potere, oltre ovviamente alla propaganda intensiva, alle varie Gladio armate e al loro corrispettivo civile, ovvero le Ong. Si tratta di un metodo ormai collaudato, divenuto quello principale utilizzato dalle élite anglosassoni quando non possono o non vogliono arrivare a uno scontro diretto: la guerra in Ucraina è stato un grave errore e adesso si cerca di rimediare tornando in sostanza al sistema terroristico, di cui fa parte anche la strategia di colpire le popolazioni civili con missili e bombe. In questo senso la Siria e l’Ucraina finiranno per rassomigliarsi. e in effetti sono in certo senso la medesima guerra.

    Svolgiamo la matassa. Il 29 novembre, ad Astana (due giorni dopo l’invasione della Siria da parte dell’HTS), Vladimir Putin ha detto quanto segue sulla guerra/pace in Ucraina: “Vorrei sottolineare il punto cruciale: il nucleo della nostra proposta non è un cessate il fuoco temporaneo o un cessate il fuoco, come l’Occidente potrebbe preferire, per consentire al regime di Kiev di riprendersi, riarmarsi e prepararsi a preparare una nuova offensiva. Ribadisco: non si tratta di congelare il conflitto, ma della sua risoluzione definitiva”. E qual è la soluzione finale di Putin? Si tratta della creazione di una nuova architettura di sicurezza tra “il cuore e la periferia”, per usare la terminologia di Halford Mackinder . In altre parole, Putin è determinato a porre fine alla geopolitica delle élite anglosassoni una volta per tutte.

    Le guerre di oggi sono alimentate dall’oligarchia imperiale occidentale che lotta per mantenere il proprio dominio e imporre il proprio ordine mondiale “basato su regole”. Al centro della loro agenda c’è la necessità imperativa di mantenere la propria egemonia sul territorio eurasiatico che ha le sue radici nell’impero britannico. Fu formulato esplicitamente all’inizio del secolo dallo studioso e statista britannico Sir Halford Mackinder . Egli in un saggio del 1904, Il perno geografico della storia, sostenne la tesi che il potere marittimo non bastava a sottomettere il mondo perché le potenze continentali erano strutturalmente più forti e in uno scontro diretto erano destinate a prevalere. Ora l’aera continentale per eccellenza era proprio il cuore dell’Eurasia, una vasta area che comprendeva Russia, regione del Caucaso, Kazakistan, Iran e Afghanistan che battezzò Area pivot e in seguito Hearthland. Allora la Cina non sembrava in grado di svolgere un ruolo determinante e quindi fu esclusa, ma oggi ricade per intero in questo quadro.

    Nel quadro di Mackinder, l’Area Pivot è circondata dalla Mezzaluna Interna o Marginale, che comprende Europa, Nord Africa, Asia Minore, Penisola Arabica, India, Cina e Giappone. Per lui e la cricca imperiale anglosassone, l’Area Pivot era strategicamente importante perché poteva trasformarsi in una potenza economica vitale in grado di generare un potente impero rivale. Non a caso il libro base di questa dottrina fu scritto nel 1904 anno in cui fu inaugurata la ferrovia transiberiana che facilitò enormemente il miglioramento delle comunicazioni interne nella regione e perciò mise in allarme gli imperialisti di Londra e Washington. Tra le altre cose Mackinder scrisse: “Lo spostamento dei rapporti di forza a favore della Russia, che ne è il fulcro ( dell’area Pivot ndr), e la conseguente espansione alle periferie dell’Eurasia permetterebbero l’utilizzo di vaste le risorse continentali e l’impero mondiale sarebbero allora in vista. Ciò potrebbe accadere se la Germania si alleasse con la Russia.“ Qui troviamo le radici delle guerre mondiali del XX° secolo e anche dei conflitti del XXI°.

    Ma come fare fronte a questa minaccia? La proposta era era quella di circondare l’area pivot con una mezzaluna di punti problematici e di costringere nazioni come Francia, Italia, Egitto, India, Giappone e Corea a coinvolgere la Russia in una serie infinita di guerre estenuanti e paralizzanti. I suggerimenti di Mackinder furono presi molto sul serio e da allora hanno determinato la politica estera dell’Impero d’Occidente, o meglio delle sue classi dominanti. E sono diventate ancora più stringenti con la trasformazione delle economie occidentali da industriali a finanziarie. Nel corso dei decenni successivi, la geografia precisa dei punti problematici designati cambiò in qualche modo a causa delle mutevoli opportunità geopolitiche e lo stesso centro decisionale passò da Londra a Washington, ma la sostanza non è per nulla cambiata. Oggi, Ucraina e Siria (così come Israele) fanno parte della periferia o “arco di crisi” che l’impero ha trascinato dal Mediterraneo alle due Coree per mantenere la Russia e le sue potenze alleate costantemente in guerra. È assolutamente necessario che l’oligarchia occidentale indebolisca questo potere fondamentale e impedisca l’emergere di un impero rivale nel continente eurasiatico. Lo faranno anche a costo di una guerra nucleare contro la Russia.

    Guardando questo quadro più ampio, dal punto di vista russo ha perfettamente senso evitare di impantanarsi e consumare energie in una guerra in Siria che a questo punto potrebbe diventare invece una trappola per l’Occidente. La vittoria che adesso si celebra è in realtà una sconfitta perché non ha ottenuto lo scopo principale che ci si prefiggeva.

  • agbiuso

    Dicembre 17, 2024

    Questo è l’Occidente anglosassone, l’Occidente del quale gli USA sono i padroni, l’Occidente nemico dell’Europa.
    Democrazia? Libertà? Progresso? No. Ipocrisia, guerra, menzogna, terrore.

  • agbiuso

    Dicembre 12, 2024

    Dove sono i pacifisti ‘di sinistra’? Sono morti, spariti, convertiti alle armi? Se votano ancora la sezione italiana dell’Unione Europea, vale a dire il Partito Democratico e i suoi satelliti, sono appunto morti, spariti, convertiti alle armi.
    Gli atlantisti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e i loro satelliti sono da sempre servi degli Stati Uniti d’America, ma i pacifisti di sinistra: sono morti, spariti, convertiti alle armi?
    L’Unione Europea, insieme alla NATO, porta l’Europa verso la guerra, la miseria, la tirannide. Chi sostiene questa struttura antidemocratica e globalista – capitalismo puro – è un nemico dell’Europa.

    • agbiuso

      Gennaio 23, 2025

      Questo burocrate guerrafondaio – vera sineddoche dell’intera Unione Europea – insiste nel voler privare i cittadini europei di servizi sanitari, trasporti, scuole, per spendere e sprecare invece il denaro delle loro tasse in armi a sostegno della NATO, vale a dire dell’imperialismo anglosassone.

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