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Labirinti

Labirinti

Mescolanze di sensi tra le parole filosofiche e quelle letterarie
il manifesto
26 febbraio 2021
pagina 11

Filosofia e letteratura costituiscono modi tra i più profondi di indagare il nostro abitare il mondo, mantenerlo pulito, renderlo forte rispetto alle intemperie che inevitabilmente si infrangono sul vivere.
Lo spaesamento è una delle cifre della letteratura contemporanea, un sentimento verso la vita fatto di timore ma anche di venerazione, di potenza e di bellezza, di una misura che ci oltrepassa ma proprio per questo ci avvolge e ci affascina. È anche questa tonalità dell’essere e del vivere che la più radicale e illuminante filosofia del Novecento ha cercato di pensare: «la tematizzazione della strutturale estraneità dell’uomo contemporaneo al mondo che lo circonda, elaborata peculiarmente dal pensiero esistenziale, la Heimatlosigkeit, l’‘assenza di patria’: venuta meno la stabile terraferma dell’ontologia tradizionale, non resterebbero che il riconoscimento dello ‘spaesamento’ come modo originario e fondamentale di ‘essere-nel-mondo’» (Pio Colonnello, Sinestesie e anamorfofismi. Tra filosofia e letteratura, Mimesis 2021, p. 70).

2 commenti

  • Carmen Valentino

    Marzo 1, 2021

    Alberto, mio caro,
    dopo un lungo pellegrinare, di una giornata intera o di un solo giorno, leggerti è sempre piacevole. Feconde conclusioni e sinergie di labirinti. Le parole, solo le parole offrono significati di visioni sempre nascoste, di mondi ancora non dis-velati. Eppure, ci vuole tempo. Un tempo in cui anche la parola manca. L’origine.
    Come scriveva Bento Spinoza: “Entrambe mi furono assai gradite, specialmente per il fatto che da esse appresi il buon andamento di tutte le vostre cose e il ricordo che mantenete di me. Onde, per la benevolenza e per il rispetto che sempre vi siete degnato di professarmi, vi rendo le grazie dovute e insieme vi prego di volermi a vostra volta considerare non meno a voi devoto, come all’occasione non mancherò di dimostrarvi per quanto può essere nelle mie modeste possibilità.”
    Carmen

    • agbiuso

      Marzo 1, 2021

      Grazie, cara Carmen.
      Le parole che Spinoza rivolse a Meyer nella Lettera 12 del 1663 sono colme della rettitudine e della distanza di un uomo tra i più sapienti e saggi che siano mai vissuti.

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