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Hasta que la muerte nos separe

Relatos Salvajes
(titolo italiano Storie pazzesche)
di Damián Szifron
Argentina-Spagna, 2014
Con: Ricardo Darín (Simon Fisher), Erica Rivas (Romina), Oscar Martínez (Mauricio), Leonardo Sbaraglia (Diego), Julieta Zylberberg (Moza)
Trailer del film

Storie_selvaggeUn pilota riunisce sullo stesso aereo tutti coloro dai quali è stato nella sua vita ferito. La cameriera di un ristorante serve, senza che lui la riconosca, l’uomo che ha provocato la morte del padre e la rovina della famiglia. Un sorpasso lungo una strada deserta scatena la guerra tra due automobilisti. Un ingegnere esperto in esplosioni viene ripetutamente vessato dai discutibili comportamenti dell’azienda incaricata di riscuotere multe per divieto di sosta. Il facoltoso padre di un ragazzo che ha investito e ucciso una donna incinta cerca di comprare il silenzio delle autorità. Durante un pranzo di nozze la sposa scopre di essere stata tradita con una delle invitate alla festa.
Situazioni diverse e simili, un po’ insolite -forse- ma anche del tutto plausibili. Circostanze nelle quali ci si può trovare immersi in qualunque momento. Un rancore che può gorgogliare negli anni o può scatenarsi all’improvviso. La violenza, infatti, soddisfa uno dei desideri più specifici e profondi dell’essere umano: l’illusione di onnipotenza che nasce dal dare la morte, dal sopravvivere agli altri. I sei racconti salvajes (assurdi/selvaggi) di questo film mettono in scena una delle radici giuste della violenza, la vendetta nei confronti di torti subiti o immaginati. Ma ciò che ho scritto non deve trarre in inganno: si tratta di un film lieve e assolutamente divertente, il cui stile vira sempre verso il grottesco, l’eccessivo, l’improbabile. E lo fa con maestria tecnica -la prima parte di Hasta que la muerte nos separe (il matrimonio) sembra un lungo piano sequenza; tutto Más fuerte El (il sorpasso) è girato come dall’interno non soltanto di un’automobile ma del proprio risentimento-, con una sceneggiatura spumeggiante di invenzioni e con la cifra sempre efficace del paradosso. Davvero catartico. Tragiche vendette contro la presunta serietà delle vite umane.

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