Skip to content


Lo spazio immaginato, il tempo vissuto

Lo spazio immaginato, il tempo vissuto

Catania del ‘600
vista da Renzo Di Salvatore

Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero – Catania
Sino al 31 luglio 2012

Si abita su una stratificazione di luoghi, di strutture, di morti e di memorie. Si abita lo spazio e le case. È difficile immaginare quale aspetto potessero avere in tempi lontani le contrade che ora ospitano le nostre vite. Renzo Di Salvatore ha tentato questa immaginazione. E ha creato delle tele ingenue e limpide, delle opere che vogliono essere documentarie e nello stesso tempo sono totalmente inventate.
La dizione ufficiale è Mostra di originali ed inedite vedute di Catania com’era prima del 1693. Ospitati nella magnifica Sala Vaccarini della Biblioteca Civica e Ursino Recupero, questi quadri descrivono una Catania medioevale, vicina al mare e a ridosso delle campagne, circondata da mura e bastioni, ricca di porte. Una città che non esiste più e che forse non è mai esistita. Eppure queste opere trasmettono una singolare sensazione a chi, come me, abita vicino alla Biblioteca e ad alcune delle strutture urbane che Di Salvatore descrive e che sono sopravvissute alla furia dei terremoti e degli umani. Vedo quindi la Torre del Vescovo -ultimo residuo della città medioevale, protetta e abbandonata da una inferriata a pochi passi da casa mia- tornare al centro di un paesaggio urbano e rurale con lo sfondo del vulcano; vedo l’anfiteatro romano oggi in  Piazza Stesicoro e già nel Seicento imponente e prezioso rudere prospiciente le mura.

Non è un caso che Di Salvatore sia stato disegnatore di anatomia. Le città sono infatti dei veri e propri corpi, degli organismi che vivono nella stratificazione materica dei luoghi abitati da secoli e millenni, le cui trasformazioni e rovine pulsano di un tempo puro. La rovina è la storia ridiventata natura, libera dai flussi del mutamento e quindi fuori dalla temporalità umana. Ma un paesaggio di rovine rimane sempre una sintesi di temporalità diverse e appartenenti sia ai singoli sia alle collettività; paesaggio che nasce dall’essere il mondo uno spazio prima di tutto mentale. Che quindi muta di segno e di senso al variare delle culture collettive, delle tonalità emotive individuali, dei paradigmi storici. Molto più di altre manifestazioni naturali e culturali, i luoghi ci trasmettono il senso della potenza dissolvitrice del tempo. E tuttavia la consapevolezza del tramonto del sé che è implicita nella progressiva acquisizione delle strutture temporali genera anche il senso del Sé come baluardo contro il dissolvimento.

2 commenti

  • Marcello Di Salvatore

    Agosto 13, 2012

    Con riferimento al presente articolo l’autore delle opere in mostra ringrazia il Prof. A. Biuso della cortese attenzione prestata nel descrivere le proprie emozioni suscitate dalla visione delle tavole esposte e nel mentre, con l’occasione, tiene a precisare quanto segue:
    – Durante la mostra inaugurata il 14/01/2012 erano a disposizione dei visitatori degli opuscoli (“Compendio delle Tavole illustrate”) dove l’autore con chiarezza elenca le fonti storiche documentative, antiche mappe, corografie ecc. esaminate, con cui si è sempre confrontato prima di eseguire ogni tavola illustratata e, pertanto, tiene a chiarire che, le sue tavole, non sono delle ingenue e totali invenzioni bensì la ricostruzione scenografica, su base storica, di quanto esistente prima dello sconvolgimento del territorio, extra moenia, causato dall’eruzione del 1669 e successivamente dalla distruzione della città, con il terremoto del 1693.

    Nota: E’ a disposizione del Prof. Biuso, presso la segreteria della Biblioteca, una copia del succitato Compendio.

  • Google Alert – SPAZIO NEWS – Easy News Press Agency | Easy News Press Agency

    Giugno 1, 2012

    […] Alberto G. Biuso » Lo spazio immaginato, il tempo vissutoCatania del '600 vista da Renzo Di Salvatore Biblioteche Riunite Civica e Ursino Recupero – Catania Sino al 31 luglio 2012 Si abita su una.www.biuso.eu/2012/…/lo-spazio-immaginato-il-tempo-vissuto/ […]

Inserisci un commento

Vai alla barra degli strumenti