Skip to content


Sic transit gloria mundi

«Uno stillicidio di tragicomici maneggiamenti degni della peggior commedia all’italiana, con il figlio tonto -e la famiglia tutta-  a gozzovigliare in Porsche o ristrutturare case sgraffignando assegni sotto il naso di tutti i politici leghisti, che in questi anni hanno solo pazientato facendo finta di non vedere. Quanto alla base, frignerà pure ma le toccherà rifondare pure il linguaggio, “Roma ladrona” è già slogan del passato, roba primitiva. Tutti sanno che il figlio Renzo è una barzelletta vivente e che sulla famiglia & friends (il cosiddetto cerchio magico) da anni se ne dicevano di ogni colore» (Luca Fazio, il Manifesto, 6.4.2012, p. 5).
Un’ottima sintesi dell’identità leghista, di questi similumani che si sono fatti ingannare per decenni da uno che è stato lasciato dalla prima moglie quando costei si accorse che la laurea in medicina era una pura menzogna e che il marito ogni mattina usciva con la valigetta sanitaria per andare non all’ospedale ma al bar. Neppure Lino Banfi e Alvaro Vitali messi insieme raggiungono l’intelligenza populistica della Lega Nord.

[7.4.12. Questa commedia italica e terrona diventa sempre più grottesca e triste. Dalle dichiarazioni -messe a verbale- delle segretarie amministrative della Lega Nord viene fuori che la senatrice Rosy Mauro ha preso una laurea in Svizzera spendendo 130 mila euro e che Renzo Bossi ne sta prendendo un’altra per la medesima cifra in un’università privata di Londra. Che questi due soggetti non abbiano neppure tentato di laurearsi negli atenei pubblici italiani è motivo di onore per il nostro sistema universitario].

4 commenti

  • Biuso

    Aprile 11, 2012

    Mi sono divertito un mondo a leggere un articolo di Alessandro Robecchi sul Manifesto del 10.4.2012. Si intitola Home, sweet home.
    Vi si leggono, tra l’altro, queste parole:

    “Un figlio, Riccardo, che corre in macchina (Porsche, debiti, eccetera, paga il partito); un altro, Renzo, che tutta la vita resterà il Trota, col suo diploma farlocco, uno che conta sulle fette di salame che il papà si appone, padanamente, sugli occhi. Gli fa vedere il libretto dell’università, ma tu pensa, e quello crede che il suo Trota (origine del termine: un delfino, ma pirla) abbia fatto l’interprete tra Silvio e la Clinton. Fantascienza. Un altro pargolo, Roberto Libertà, che tira gavettoni di candeggina ai comunisti, e poi il più piccolo, innocente e dunque tacciamo, ma si chiama Sirio Eridanio, e vorrà pur dire qualcosa. Vicina di casa, la Rosi Mauro, detta «la nera», detta «la badante». Posta dalla Manuela (siamo in pieno romanzo popolare, Liala dopo il quinto gin tonic) a guardia del bigoncio, inteso come Bossi Umberto. Lo guida, lo accompagna, lo bada, appunto. Sarebbe la vicepresidente del Senato della Repubblica, per dire. Una col sindacato che pompa soldi del partito, per quanto gli iscritti al Sin.Pa. siano meno dei pakistani biondi. Una con l’«amico» un po’ poliziotto un po’ cantante (unica canzone nota, «Kooly noody», che si legge «culi nudi», comunque, esprit de finesse), conosciuto quando faceva la scorta a Umberto e ora anche lui con contrattino al Senato-della-Repubblica-Italiana-l’Italia-chiamò! E vabbuò. Questo lo scenario. Tutti intenti, tra le altre cosucce, a comprar diplomi e lauree con soldi del partito (oltre 350 mila euro) proprio loro, fieri delle canottiere working class e orgogliosi dell’ignoranza popolare, usi a calpestar congiuntivi – e purtroppo non tacendo.

    E la difesa è peggio dell’accusa. L’Umberto non sapeva, l’Umberto era raggirato, tenuto in ostaggio dal cerchio magico degli adepti pilotati dalla Manuela, questa Yoko Ono del Carroccio, diciamo. E dunque scelga il suddito se è meglio un capo che traffica con cinica furbizia ladresca (à la Bettino, per capirci), o uno che non sa, non vede, non annusa, non intuisce. Quella dei difensori più strenui è la difesa dei disperati: una specie di «ci appelliamo all’infermità mentale». Con il che si ammetterebbe, però, che negli ultimi otto anni (2004-2012) la politica italiana è stata in mano (anche) a una specie di minus habens, un pugile suonato buono per la propaganda.
    […]
    Non era dunque un esproprio quello perpetrato da questi magliari, esproprio ai danni di un’etnìa (?) intera che al 20, al 30 per cento ci è pure cascata? E ancora, per restare alla luce che emerge dalle tenebre leghiste, oltre alla beffa di figurare ladroni dopo aver gridato ladroni a tutti gli altri, cos’hanno prodotto ‘sti campioni della pulizia etnica? Federalismo? Zero. Indipendenza? Peggio che andar di notte. Meno tasse? Figurarsi! Più decentramento? Manco per sogno. Insomma, il bilancio è sottozero, e in più si aggiunge a mo’ di ciliegina, la storica figura di merda.
    E non stupisce trovare tra gli orfanelli della Lega i grandi commentatori. I grandi esperti, e osservatori, e politologi, e strateghi della stampa che conta, che piangono la dipartita di questa forza «vitale e innovativa» che avrebbe dato al nord del Paese un’identità. Incredibile. Come se posti che hanno prodotto Gadda, Montale, Olivetti, Fo e altri geni lombardi, avesse bisogno, per farsi un’identità, di un Calderoli, di un Borghezio. Il mondo alla rovescia”.

  • aurora

    Aprile 6, 2012

    DANTE ALIGHIERI
    TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE
    Tanto gentile e tanto onesta pare
    la donna mia quand’ella altrui saluta,
    ch’ogne lingua deven tremando muta,
    e li occhi no l’ardiscon di guardare. 4
    Ella si va, sentendosi laudare,
    benignamente d’umiltà vestuta;
    e par che sia una cosa venuta
    da cielo in terra a miracol mostrare. 8
    Mostrasi sì piacente a chi la mira,
    che dà per li occhi una dolcezza al core,
    che ’ntender no la può chi no la prova: 11
    e par che de la sua labbia si mova
    un spirito soave pien d’amore,
    che va dicendo a l’anima: Sospira.

    Non c’entra niente con le disgrazie che stanno investendo il Bossi che si proclamava onestissimo ma alcune persone della società civile,prevedevano che un politico,appunto il Bossi, il quale offriva copertura ad un altro uomo politico,cioè il Berlusconi, per i suoi intrattenimenti con donnine allegre e poco virtuose,sarebbe scivolato nel disdoro e nella vergogna prima o poi

  • diegob

    Aprile 6, 2012

    ottimo mario gazzola,

    io non vedo molti motivi di buon umore, nelle vicende che si dispiegano sotto i nostri occhi, in quanto è un segnale sconfortante vedere solo come l’intervento (sacrosanto) della magistratura, l’emergere di scandalosi comportamenti d’arroganza e ruberia, provochi l’avvicendamento dei leaders. Ma la politica, che ci stà a fare? Non dovrebbe agire un efficace filtro «prima» che si arrivi alle volanti della Guardia di Finanza? Il corpo sociale è talmente marcescente da non produrre più alcun controllo etico, morale, foss’anche generato da un sentimento ormai desueto come la vergogna. Insomma, ho la sensazione che la nostra società sia comunque malata, devastata nel suo stesso immaginario da decennni di pessima televisione, per cui ben venga un buon lavoro svolto da alcuni uomini di legge, ma perchè non ricrescano le brutte piante, è tutto l’orto che va rivangato a fondo.

  • mario gazzola

    Aprile 6, 2012

    Dovremo esser pure grati a ‘sti anni grami, perché – a parte portarci alla miseria – ci stan levando di torno, dopo il superpuzzone, pure Rutelli e ora financo gli unni… o dovremo deplorare che alla fine di tangentopoli2 ci toccherà tenerci per “alto ritorno della Politica” un governo by ‘Rigor Montis’ (Grillo) e Casini, ultimi capoccioni a piede libero? :-)))

Inserisci un commento

Vai alla barra degli strumenti