Skip to content


Più morti degli altri

Da Televideo di oggi

=============
11/03/2012 10:06

Afghanistan: militare Usa spara a civili

È di almeno 10 morti e 5 feriti il bilancio della strage provocata da un militare americano in due località della provincia di Kandahar, in Afghanistan. Lo scrive il Washington Post online citando Javed Faisal, il direttore del media center del governo provinciale, contattato per telefono. Un comunicato militare Isaf esprime “rammarico per l’incidente”. Tuttavia, secondo il governatore di Kandahar, Weesad, i morti sarebbero almeno 16.
=============

Questi morti non valgono nulla. Le loro età, condizione, speranze, vite, distrutte e spezzate dallo «spiacevole incidente» sono e saranno una fuggevole notizia sui telegiornali e sui quotidiani. Il “rispetto per la vita umana” è una delle più grottesche menzogne che i potenti di ogni colore -soprattutto i più democratici e i più cristiani- sbandierano per gli allocchi che ci credono.
Di un solo italiano ucciso in Nigeria si parla da giorni; i due marinai italiani assassini in India stanno diventando quasi degli eroi; questi afghani vittime della follia statunitense meriteranno soltanto un trafiletto. Eh sì, «tutti i morti sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri».
Dato che -diversamente dai cristiani occidentali portatori di civiltà- non credo al valore intangibile della vita umana, auguro agli statunitensi e ai loro servi di rimanere pure loro vittima di qualche «incidente particolarmente spiacevole».

 

4 commenti

  • agbiuso

    Marzo 14, 2012

    Sul Manifesto di ieri è stato pubblicato il bellissimo articolo di Tariq Ali che qui propongo: Il fuciliere «solitario».

    ===========
    Nelle guerre coloniali di solito le persone sono arrestate, torturate a caso e spesso uccise. Neppure una facciata di legalità è considerata necessaria. Il «solitario» fuciliere americano che ha massacrato degli innocenti afghani due giorni fa è ben lungi dall’essere un’eccezione, come la parola «solitario» implicherebbe.
    Perché questo non è il gesto di un maniaco squilibrato che ammazza degli studenti in una città degli Stati uniti. Non è il primo e non sarà l’ultimo a uccidere in questo modo.
    I francesi hanno fatto lo stesso in Algeria, i belgi in Congo, i britannici in Kenya e a Aden, i tedeschi in Africa di sud-ovest, gli italiani in Libia, i boeri a casa loro in Sudafrica, gli israeliani in Palestina, gli americani in Corea, Vietnam e Centro America, e nel passato recente i loro surrogati hanno agito in modo analogo contro le loro stesse popolazioni in sud America e gran parte dell’Asia. Anche l’occupazione russa in Afghanistan ha visto i suoi «fucilieri solitari» comportarsi in modo simile – anche se, più istruiti di molti dei loro consimili statunitensi, hanno scritto ragioni e circostanze in tormentati diari dopo il loro ritorno a casa. Nel suo libro Afgantsy, Roderic Braithwaite ne cita ampi capitoli e passaggi.
    Non esiste una guerra «umanitaria». Prima i cittadini dei paesi occupanti se ne renderanno conto, prima sarà possibile mobilitare il sostegno necessario a opporsi a nuove avventure neocoloniali, con le atrocità correlate.
    Non è un segreto che la gran parte degli afghani si oppongono all’occupazione del loro paese. I soldati occupanti ne sono ben consapevoli. Il «nemico» non è nascosto. E’ pubblico. Così cancellare donne e bambini è parte della guerra. Come assassini però elicotteri da guerra, cacciabombardieri e droni sono più efficaci dei fucilieri «solitari».
    La situazione in Afghanistan oggi è così disastrosa che le forze occupanti non hanno modo di sapere se gli afghani che lavorano con loro sono dalla loro parte o no. Alcuni dei recenti attacchi contro soldati Usa e della Nato sono venuti da afghani che indossavano uniformi di polizia e dell’esercito disegnate dalla Nato stessa. Così ora chiunque è un nemico. Anche il presidente fantoccio Hamid Karzai, il quale sa che i suoi giorni sono contati ma almeno ha diversi luoghi sicuri e conti numerati che lo aspettano.
    Per gli Stati uniti, la contraddizione è implacabile. Gli afghani vogliono che se ne vadano e la guerra non è vincibile. Che fare dunque? Andarsene subito. Questa guerra che de-umanizza il «nemico» de-umanizza anche i cittadini degli stati guerrafondai. Se americani, europei e australiani sono arrivati a diventare ciechi e sordi alle urla di bambini, madri e padri, certo hanno in serbo giganteschi problemi per se stessi. Siamo tenuti in stato di ignoranza, ma la tragedia è che con la nostra apatia contribuiamo a prolungare all’infinito questo stato. Il fuciliere solitario scomparirà presto dai nostri pensieri coscienti, e potremo allora tranquillamente tornare alle uccisioni di routine che avvengono ogni giorno, condotte in modo collettivo su ordine dei dirigenti politici che noi eleggiamo.
    ===========

  • agbiuso

    Marzo 14, 2012

    Capovolgere il punto di vista e capire che la pazzia non è in un soggetto solitario ma nel procedere stesso di questa insensata occupazione colonialista: Tutti pazzi per la guerra.

  • aurora

    Marzo 11, 2012

    coloro i quali portano aiuto,liberano dall’oppressore, alla fine diventano più oppressori dell’oppressore che hanno cacciato.I nostri giornalisti faticano a districarsi nelle sconcezze del tipo tangenti che succedono da noi, a causa dei partiti politici, nessuno escluso,cioè sono distratti dal caos morale che ultimamente è venuto alla luce

  • amelia

    Marzo 11, 2012

    Condivido pienamente quanto dici, caro Alberto.
    E’la storia di sempre, purtroppo! Televisione e giornali non sono che, come al solito, i portavoce decerebrati del potere.

Inserisci un commento

Vai alla barra degli strumenti