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La psiche, l'orrore

«Già interiorizzato in posizione di onnipotenza, già intronizzato, si potrebbe dire, esso diventa ora autorità maiestatica, legge inesorabile, o rigore senza nome». Così Elvio Fachinelli (La freccia ferma. Tre tentativi di annullare il tempo, Adelphi, 1992, p. 114) a proposito della nevrosi ossessiva e della sua complessa genesi da un’autorità temuta e amata. È solo un esempio della miriade di disturbi e di sindromi delle quali ogni essere umano è vittima, seppure in maniera differente. Non esiste, davvero, persona “del tutto sana di mente” poiché la psiche è una fragile filigrana che con fatica fa da schermo alle pulsioni e ai desideri estremi in cui la vita consiste. L’immensa tristezza degli umani affonda qui, in questo difficile e ripetuto impegno a sottrarsi alle forze ctonie da cui pure siamo germinati. Anche per questo aveva ragione Sileno nella risposta che, infine, diede a Mida.

4 commenti

  • Adriana Bolfo

    Novembre 2, 2010

    Sì, credo ci sia una tristezza di fondo, ineliminabile, data dalla continuità della lotta, dalla consapevolezza di essa e da quella di essere, in questa lotta, perdenti. Quanto inconscio determina le nostre azioni o, almeno, ne è grande concausa?
    Temo che il cosiddetto -peraltro necessario- equilibrio sia la giusta (variabile per ciascuno) compresenza di conscio e inconscio.

  • filippo scuderi

    Novembre 1, 2010

    “la psiche”
    In questa vita ho appreso tutto dal mondo che mi circonda, anche quello che sto scrivendo in questo momento non è mio ma del mondo, guardo la realtà, continuando a sognare, positività o nichilismo?
    Ho la sensazione di vivere in un sogno, un sogno dove solo morendo ci si sveglia.

  • agbiuso

    Novembre 1, 2010

    Caro Diego,
    anche le sue riflessioni sono molto interessanti e la ringrazio per la costanza con la quale segue il sito.
    Condivido pienamente quanto scrive sulla natura umana e sul significato del nostro essere consapevoli.

  • diego b

    Novembre 1, 2010

    L’immensa tristezza degli umani affonda qui, in questo difficile e ripetuto impegno a sottrarsi alle forze ctonie da cui pure siamo germinati.

    è incredibilmente profonda questa frase, caro prof. biuso, almeno secondo me

    mi permetta di scrivere la mia umillima opinione:

    siamo un animale che, per un eccesso di corteccia celebrale, pensa se stesso, e questo, ovviamente, porta ad un gorgo, un inevitabile corto circuito

    il pensiero è un coltello preso in mano dalla parte sbagliata, e ci ferisce

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