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La fattoria degli animali

La fattoria degli animali

Teatro Filodrammatici – Milano
da George Orwell
Progetto e regia Bruno Fornasari
Con: Tommaso Amadio, Marco Cacciola, Stefania Pepe, Andrea Lapi, Giulia Viana, Giacomo Ferraù
Produzione eThica?
Sino al 30 novembre 2008

L’apologo di Orwell è dirompente. Mediante la trasformazione degli uomini in animali, la barbarie del comunismo diventa di una chiarezza assurda, di un’evidenza quasi accecante. Si capisce, quindi, perché in Inghilterra, nella liberale Inghilterra, il suo libro fosse stato rifiutato da ben quattro editori che ritenevano inopportuno urtare la suscettibilità di Stalin, in quegli anni (il libro uscì nel 1945) alleato dell’Occidente. L’amore di Orwell per la libertà sempre e comunque, lo induce invece ad asserire che «da una decina d’anni credo che l’attuale regime russo è essenzialmente un male, e vado affermando il diritto di dirlo, nonostante la nostra alleanza con l’URSS in una guerra che voglio vedere vinta» (La fattoria degli animali, Mondadori 1995, p. 114). Infatti, «se libertà vuol dire veramente qualcosa, significa il diritto di dire alla gente quello che la gente non vuol sentire» (115)

La giovane compagnia guidata da Bruno Fornasari ha trasformato la Fattoria in una società cooperativa (ben presto diventata S.p.A.) produttrice di carni in scatola; ha tagliato molto del romanzo ma in compenso lo ha reso assai mobile, intessendolo di musiche e di danze ritmate che scandiscono l’idolo della produzione che mai deve interrompersi. Si vede che gli attori-narratori danno tutto e il risultato è uno spettacolo dinamico, la cui tragicità consiste nella possibilità sempre incombente del dominio. «Tutti gli animali sono eguali ma alcuni animali sono più eguali degli altri» (p. 100), naturalmente.

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