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Bande

French Connection
(La French)
di Cedric Jimenez
Francia-Belgio, 2014
Con: Jean Dujardin (Pierre Michel), Gilles Lellouche (Gaëtan ‘Tany’ Zampa), Céline Sallette (Jacqueline Miche), Benoît Magimel (Il pazzo), Féodor Atkine (Gaston Deferre)
Trailer del film

Tany_ZampaMarsiglia, anni Settanta del Novecento. Dalla Turchia arriva la sostanza che dopo essere stata raffinata in laboratori clandestini viene venduta in Europa e negli USA. A dominare questo traffico è Tany Zampa, in collaborazione con chimici esperti, sicari determinati, padrini siculo-statunitensi, poliziotti e uomini politici. L’ingranaggio funziona assai bene e produce profitti enormi. Il giudice Pierre Michel prova a bloccarlo e ottiene notevoli risultati. Risultati che lambiscono le complicità istituzionali anche a livelli assai alti. Il giudice viene assassinato il 21 ottobre 1981. Zampa muore suicida in carcere il 16 agosto 1984. I poliziotti e gli amministratori di Marsiglia che resero possibile tutto questo fecero carriera, sino al ministero degli interni della presidenza Mitterrand.
le-juge-marseillais-pierre-michel-g-procede-le-12-octobre-1979-a-marseille-a-la-reconstitution-de-la-fusillade-du-bar-du-telephoneIl film di Jimenez racconta la vicenda e il suo contesto concentrandosi per intero sull’azione, sull’intreccio, sui movimenti, su una ricostruzione minuziosa e filologica degli oggetti, degli abiti, delle acconciature, delle cravatte, delle automobili negli anni Settanta. Tutto ruota sul confronto tra gli stili di vita personali del giudice e del delinquente. Un film dunque che non ha struttura politica ma di costume, un film con molto ritmo anche se con qualche lunghezza di troppo. E tuttavia anche da un’opera come questa -e soprattutto dagli eventi ai quali si ispira- si ha conferma che la cosiddetta lotta tra il crimine e lo stato è in realtà una guerra tra bande, dove ogni tanto qualche persona corretta e giusta viene stritolata. In Italia sappiamo bene come funziona.

1 commento

  • diegod56

    Aprile 12, 2015

    ho visto il film; aggiungo alle tue note esatte, caro Alberto, una notazione sulla splendida fotografia volutamente rievocativa delle pellicole poliziesche degli anni ’70 ed anche dei B movie di genere; i colori sono quelli, ed è davvero godibile la resa dell’atmosfera criminale della Marsiglia del tempo; anche gli attori giocano il loro ruolo senza uscire da quello stile cinematografico, personaggi diretti, quasi da fumetto; eppure è una storia vera, pazzesca come pazzesca è la realtà, fatta di collusioni e complicità così «in alto» da costare la vita ai più onesti fra i servitori della legge; comunque, un grande esercizio di stile, godibile non poco anche se, ne convengo, mezz’ora di meno sarebbe stata opportuna

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