Skip to content


«Tarcisio Bertone papa…»

«Tarcisio Bertone papa…»

Dal Messaggero del 4.12.2014
Il cardinal Bertone compie 80 anni, party esclusivo tra tartufi e cristalli 
di Franca Giansoldati

Un party regale, molto chic, per una quarantina di invitati. Porcellane, fiandra, argenti, cristalli. Il menù studiato nel dettaglio a base di tartufo d’Alba, roba per raffinati intenditori, innaffiato da vini piemontesi di gran pregio. Il tutto molto poco francescano, molto poco in linea con l’indirizzo di sobrietà richiesto da Papa Bergoglio alla curia, ma il cardinale Tarcisio Bertone anche stavolta voleva fare le cose in grande per festeggiare il suo 80esimo compleanno in compagnia di una ristretta cerchia di fedelissimi amici, cardinali e monsignori, suoi ex collaboratori. Una tartufata per raccogliere attorno a sé le persone con le quali ha lavorato a lungo nella stanza dei bottoni. […]
La nuova residenza è stata al centro di feroci polemiche non solo per il costo astronomico della ristrutturazione (a carico di Bertone) ma per l’ampia metratura. Un super attico di quasi 500 metri quadrati, frutto dell’accorpamento di due appartamenti cardinalizi situati in uno dei palazzi ottocenteschi vicini all’ingresso del Perugino. […] Bertone bersagliato di critiche aveva tentato di difendersi scrivendo anche una lettera al settimanale diocesano di Ivrea per denunciare la «gogna mediatica» cui era sottoposto per via del suo tenore di vita.
«È stato detto che il Papa si sarebbe infuriato con me per tanta opulenza. Addirittura è stato messo a confronto lo spazio del mio appartamento con la presunta ristrettezza della residenza del Papa». Poi precisava che l’appartamento «spazioso» era stato «doverosamente ristrutturato» a sue spese. Con il compimento degli ottant’anni Bertone lascia tutti gli incarichi nelle congregazioni vaticane. […] Il cardinale Bertone ha precisato che il pranzo di compleanno gli è stato offerto da alcuni suoi ex parrocchiani iscritti alla Associazione Alpini piemontesi.

Tarcisio Bertone era il mio candidato per il Conclave che ha eletto invece Bergoglio. Immaginare questo soggetto a capo della Chiesa papista mi riempiva di gioia, un po’ come Nietzsche rimpiangeva che -a causa di alcune banali circostanze- il cardinale Cesare Borgia, candidato secondo Jacob Burckhardt con molte probabilità di successo, non fosse diventato anche lui Pontefice nel 1503:
Cesareborgia«Vedo uno spettacolo così colmo di significato e insieme così meravigliosamente paradossale (so sinnreich, so wunderbar paradox zugleich), che tutte le divinità dell’Olimpo avrebbero avuto motivo  per una risata immortale –Cesare Borgia papa…- Mi si intende?…Bene, sarebbe stata questa la vittoria alla quale solo io oggi anelo -: in tal modo il cristianesimo sarebbe stato liquidato (abgeschafft)! Che accade invece? Un monaco tedesco, Lutero, venne a Roma. Questo monaco, con nel corpo (im Liebe) tutti gli istinti di vendetta d’un prete malriuscito, a Roma si indignò contro il Rinascimento […] E Lutero restaurò nuovamente la Chiesa: la attaccò…»
(L’anticristo, in «Opere’ VI/3», § 61, pp. 258-259).
Certo, rispetto al suo collega del Cinquecento, Bertone rimane un dilettante; questo offrono i tempi. Ma sarebbe stato comunque un Pontefice più sincero e meno sdolcinato, più rappresentativo della effettiva natura del cattolicesimo romano. E infatti anche da cardinale in pensione fa di tutto per dimostrarlo.

9 commenti

  • agbiuso

    Dicembre 23, 2015

    Lettera aperta di Don Paolo Farinella a sua Eminenza il Cardinale Tarcisio Bertone

    ==============

    Sig. cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone,

    che lei sia inadeguato ai ruoli e compiti che ha svolto, è davanti agli occhi di tutti: da Vercelli, dove lasciò lo scandalo dei candelieri e della casa dei suoi ristrutturata – a quanto si disse al tempo della visita di Papa Benedetto a Romano Canavese (20-07-2009) – con contributi pubblici; da Genova dove non lasciò alcuna traccia significativa, ma scelse come plenipotenziario del Galliera, il prof. Giuseppe Profiti, al centro di ogni ben di Dio; da segretario di Stato dove ha distrutto la credibilità della Chiesa universale con la sua incapacità di governo, privo di qualsiasi discernimento, ma dedito a costruire una rete di fedelissimi per perpetuare il suo potere anche da pensionato e da morto; infine da cardinale in pensione con il miserevole attico e appartamento di 296 mq dove vive con tre suore e magari si rilassa, giocando a golf negli appropriati corridoi. Mi piacerebbe sapere se le suore hanno anche il compito di raccattapalle.

    Leggo sui giornali di oggi (19-12-2015) che lei ha deciso «ex abundantia cordis» di donare all’ospedale «Bambin Gesù» un contributo di € 150 mila, attinti come da lei dichiarato, dai «miei risparmi e dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative». Mi faccia capire perché c’è qualcosa che non quadra. Non sto a questionare sul fatto che la ristrutturazione è costata € 300 mila, per cui ne mancherebbero la metà. Mi lascia esterrefatto la notizia che lei ha preso questi soldi «dai vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni per finalità caritative», cioè non per lei, ma perché lei li desse per gli scopi per cui li ha ricevuti o, genericamente, per opere di carità. Invece lei dice che attinge da questi «vari contributi di beneficenza ricevuti negli anni» per pagare il suo appartamento. Non solo, ma lei parla di «vari anni», lasciando intendere un solo senso: lei ha trattenuto per anni contributi ricevuti per beneficenza. Mi perdoni, quando pensava di darli in beneficenza, alla sua morte per testamento?

    Il buco che lei vuol coprire risulta più grande della toppa che cerca disperatamente di metterci su senza riuscirci perché la sua maldestra difesa aggrava ancora di più la sua posizione che l’espone, per le sue stesse parole, al ludibrio della gente perbene che vede nei suoi comportamenti una miserabile attitudine alla superficialità che è colpa ancora più grande della delinquenza di persone come lei che dicono di volere rappresentare quel Dio che accusa chi veste di porpora di essere soci della casta del potere. Non solo lei ha trattenuto nel suo conto personale denari ricevuti per beneficenza, ma li ha anche trattenuti per «vari anni», lucrando magari sugli interessi che dalle parti dello Ior, gestito da suoi uomini e da lei stesso, potrebbero essere stati più che generosi.

    Lei ha rubato due volte ai poveri: la prima volta trattenendo questi denari non suoi e la seconda volta facendosi bello con l’ospedale «Bambin Gesù» dando soldi non suoi, ma quelli della beneficenza che non ha donato negli anni passati. In ultima analisi, poiché è il totale che fa la somma (copyright Totò), lei non sborsa nulla di tasca sua, ma paga tutto sempre con denaro di beneficenza. Complimenti, esimio cardinale!

    La rovina dei preti sono sempre i soldi. Per questo sproloquiate di celibato perché così siete più liberi di amare «mammona iniquitatis», fornicando giorno e notte senza essere visti da alcuno. Se il tempo che dedicate a difendere il celibato dei preti, che solo pochi rispettano (e lei lo sa perfettamente!) o a condannare i gay laici – visto che preti, vescovi, monsignori e cardinali lo sono ad abundantiam – o a sproloquiare di separati e divorziati, di cui non sapete nulla, lo dedicaste a proibire ai preti di gestire denaro, fareste una cosa preziosa per il mondo e per la Chiesa. Sicuramente due terzi del clero lascerebbe la Chiesa, ma con il terzo che resta e con l’aiuto dei preti ridotti allo stato laicale perché sposati, ripresi in servizio, saremmo capaci di rivoluzionare il mondo, oltre che il Vaticano, covo di malaffare e di depravazione senza misura.

    Tanti anni fa, quando era potente, io la ripudiai pubblicamente insieme al suo amico e sodale Berlusconi, da cui lei – o lui da lei? – «prese lo bello stile che le ha fatto (dis)onore» e oggi sono contento di avere visto lungo e giusto. Lei mente dicendo di essere salesiano; se lo fosse veramente, avrebbe agito come il cardinale Carlo Maria Martini, il quale, date le dimissioni, si è ritirato in una casa di Gesuiti abitando in una stanza 6×4 con letto, tavolo, armadio, servizi e un assistente personale perché malato, partecipando alla vita comunitaria da cui proveniva. Scegliendo di accorpare due appartamenti con i soldi della beneficenza, lei ha dimostrato non solo di non credere in Dio, ma di dare un pugno nello stomaco a Papa Francesco che sta provando a dire ai cardinali, ai vescovi e ai preti che c’è anche un piccolo libretto che si chiama Vangelo. A lei, di sicuro non interessa, perché come i fatti dimostrano, lei legge solo «Gli Attici degli Apostoli».

    Con profonda disistima perché la conosco dai tempi di Genova, senza rimpianti.

    Paolo Farinella, prete

    (20 dicembre 2015)

  • agbiuso

    Gennaio 26, 2015

    Milano, sesso nell’abbazia di Chiaravalle. Inchiesta per presunte molestie sessuali
    Di Galeazzi, Mackinson e Madron, il Fatto Quotidiano, 26.1.2015

    =================
    “Atti sessuali nel buio delle celle, approcci equivoci dei monaci nei confronti di ospiti bisognosi e postulanti, giovani che decidono di intraprendere la vita monastica. Succede nell’abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano, luogo sacro della cristianità ambrosiana e italiana.

    Ci sono le testimonianze dirette delle vittime, ci sono le registrazioni audio e video degli incontri hard all’interno del monastero, c’è, infine, un’inchiesta per violenza sessuale della procura di Milano che però va verso l’archiviazione. Il motivo? Alcune vittime non hanno voluto sporgere denuncia e il fatto che i rapporti siano stati consumati fra adulti, senza peraltro manifestare “esplicito dissenso”, rendono l’ipotesi investigativa difficilmente sostenibile. “Più che violenza è un abuso di autorità – spiega Katia Kolakowska, legale di due vittime che hanno deciso di provare a ottenere giustizia – perché i monaci chiedevano favori sessuali a delle persone indigenti in cambio di un pasto caldo o pochi euro”.

    Fatto sta, al netto dei rilievi penali, che nel segreto di quelle sacre mura venivano consumati atti sessuali sui quali pesa l’ombra del ricatto. Difficile non pensare al recente richiamo di Papa Francesco sulla ”gravissima la malattia della doppia vita” che infetta la Curia. C’è anche l’ammissione di uno dei due religiosi indagati che però ha specificato come il suo partner fosse consenziente.

    Il religioso, insieme ad altri frati al centro dello scandalo, fu mandato a Chiaravalle nel 2011 quando l’ex Pontefice Benedetto XVI decise di chiudere l’abbazia di Santa Croce di Gerusalemme a Roma perché al suo interno si conduceva una vita contraria ai precetti monastici. “Quando il monaco mi portava il cibo non perdeva occasione di toccarmi”, ricorda Giorgio, ex postulante dell’abbazia meneghina, autore della denuncia nel settembre 2013. Gli fa eco Enzo, ex novizio, che in seguito alle “toccatine” ha deciso di lasciare il convento senza però voler rivolgersi alla giustizia: “Quando la sera mi ritiravo, i monaci venivano in camera mia a toccarmi e darmi fastidio”.

    Su tutto pesa l’ombra dell’omertà e di una comunità interessata più a tutelare se stessa che a punire comportamenti contrari alla religione cattolica. “Abbiamo scritto al Vaticano, ai giornali religiosi e alla Curia milanese – ricorda Salvatore che insieme a Giorgio ha deciso di rivolgersi all’avvocato Kolakowska – Per questo abbiamo voluto registrare quei video. Abbiamo documentato tutto perché è difficile fare capire certe cose alla gente ”
    =================

    Quando questa religione e le sue istituzioni si saranno dissolte, ci sarà meno ipocrisia nel mondo.

  • agbiuso

    Gennaio 18, 2015

    Eh sì, Pasquale. Guarda, io ho pochissimi rimpianti nella mia vita. Davvero pochi.
    Uno di questi è di non essere stato un cardinale della Chiesa cattolica, apostolica e romana. Si tratta del consesso più esclusivo che vi sia al mondo e chi ne fa parte ha il grado che nella vita secolare corrisponde a quello di principe.
    Capisco dunque molto bene la tua invidia e la condivido.

  • Pasquale D'Ascola

    Gennaio 18, 2015

    @Adriana,
    Alla virgola non avevo pensato; la domanda va formulata in un fiato. Dunque senza fiatare. Non devo essere stuzzicato sui giochi di parole perché è come mettermi una bomba a mano, in mano o in tutte e due le mani, sono ottomano a voler vedere in una settimana e non santa. La pianto e mi compiaccio che al mondo vi sia chi sa ridere a tutto tondo.
    Ciò detto preciso che Bertone mi suscita un’invidia tale che potrebbero essere due. Che bello essere ricchi, non avere equitalia che ti tallona, poter pagare le tasse e poterle non pagare che tanto è lo stesso. Una meraviglia. Invece Renzi che va à chier a Courmayeur e non ci resta, paralizzato in blocco di ghiaccio così da esimerci dal pagargli il viaggio in aereo di stato e mezza pensione, a ridaje, nella caserma degli alpini, ecco questo mi offende, irrita, e stimola alla stessa bom bom bammano di cui sopra. Ridenti saluti. P.

  • Adriana Bolfo

    Gennaio 18, 2015

    @Pasquale

    Ah ah, non lo so.

    E non capisco neppure bene il senso della tua domanda, a causa dell’amore (mio) per gli equivoci di senso. Infatti basta immaginare una virgola dopo “Perché” e mi viene da ridere, ma anche senza virgola mi viene da ridere.

    E ora aspetto una vibrante protesta da parte degli Alpini piemontesi comprese le Alpine o con le loro stelle, sempre alpine.

    Sta di fatto che se ogni tanto offrissero un pranzo anche a me…meglio, i soldi per produrre quel pranzo, forse ci mangerei un anno.
    Autocommento: rozza materialista!

  • Pasquale D'Ascola

    Gennaio 18, 2015

    Perché gli alpini piemontesi non sono tutti donne? Ohibò, volendo, Auch Menschen sind Frauen. P.

  • Adriana Bolfo

    Gennaio 17, 2015

    Intanto io mi iscriverò all’Associazione Alpini piemontesi, dove mi accetterannoo per non essere accusati di discriminazione basata sul genere 😉

  • agbiuso

    Gennaio 17, 2015

    Nessun problema, caro Augusto, noi abbiamo tempo, tutto il tempo 🙂

  • Augusto

    Gennaio 17, 2015

    Caro Alberto, per la dissoluzione del cattolicesimo devi attendere ancora un po’ (questo, almeno, ritengo e spero). Per la dissoluzione del cristianesmo, invece, devi avere un po’ più di pazienz (questo, almeno, ritengo e spero).
    Poi, dopo le due dissoluzioni, potremo – anzi, potanno (i nostri posteri) – continuare a costruire nuovi paradigmi culturali in cui incorporare il meglio della sapienza egiziana, greca, ebraica, cristiana, islamica, illuministico-liberale, socialista, anarchica, ambientalista…con qualche mattone (ma non più di qualche mattone) di niccianesimo: questo, almeno, ritengo e spero.

Inserisci un commento

Vai alla barra degli strumenti