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Occhio / θεωρέω

Mente & cervello 119 – novembre 2014

occhioL’animale umano è un’entità teoretica. θεωρέω, vedere/osservare, è il suo approccio privilegiato al mondo. Per intuire che cosa sia il nostro occhio, è sufficiente confrontarlo con quello degli strumenti fotografici più avanzati oggi disponibili: «La luce più intensa distinguibile da una fotocamera Canon 5D II […] è 2000 volte più forte della più debole luce che la stessa macchina è in grado di percepire. Se la luminosità di un ambiente eccede questo intervallo, alcune regioni saranno sovraesposte o sottoesposte, con conseguente imbarazzo per il fotografo. Ma se il fotografo avesse guardato la scena con i propri occhi lo stesso fotone avrebbe colpito direttamente la sua retina. […] L’intervallo di intensità a cui l’occhio umano è sensibile è così vasto che può distinguere due oggetti di cui uno è un milione di volte più luminoso dell’altro» (K.M. Stiefel – A.O. Holcombe, pp. 49-50).
2000/1.000.000. Una differenza enorme che si fonda sul fatto che «il cervello costruisce una percezione di ciò che, con l’evoluzione, ha imparato a identificare come realtà. […] Il cervello sintetizza un’immagine il più possibile coerente per uno scopo preciso, quello di adattarsi e interpretare al meglio il mondo che ci circonda. Il principio dell’occhio e quello della fotocamera sono fondamentalmente differenti. La differenza non si potrà colmare finché, in un lontano futuro, non svilupperemo una macchina davvero intelligente e la impianteremo nel corpo di una fotocamera» (Id., 53), vale a dire finché una ibridazione tecnobiologica non riprodurrà l’immensa capacità umana di inventare una realtà nitida e ordinata a partire dalla tempesta di fotoni che investono l’apparato visivo.
La realtà, ancora una volta, semplicemente non esiste. Né la realtà collettiva, che centinaia di esperimenti mostrano essere il frutto dei condizionamenti ambientali (cfr. qui l’articolo di D. Hellmann e H-P. Erb sui sondaggi, pp. 54-59) né la realtà propriocettiva, individuale. La questione dell’arto fantasma dimostra anch’essa che «qualcosa cambia a livello cerebrale quando il corpo subisce una modificazione importante […] e il cervello umano procede a una rimappatura delle rappresentazioni corporee quando viene a mancare l’apporto delle sensazioni dalla periferia» (D. Ovadia, 69).
Il cervellomente decifra/interpreta di continuo la materia di cui fa parte. Anche l’occhio è un dispositivo ermeneutico.

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